Scirubetta, la neve diventa golosa

Pubblicato il 29 Novembre 2012

Scirubetta, la neve diventa golosa

Chissà se i bambini calabresi sanno che cos’è la scirubetta? Forse no. Allora approfittiamo di quest’ondata di mal tempo per farglielo sapere: per loro potrebbe essere una golosa sorpresa, per noi un tuffo nel passato. In Calabria, i più attempati sanno bene di cosa parliamo: la scirubetta non è altro che una manciata di neve innaffiata con caffè, cioccolato, zucchero, succo d'arancia e aromi vari. In particolare a Cassano allo Ionio, ridente cittadina in provincia di Cosenza, si faceva anche con il mosto cotto, più conosciuto come "u' mur'cutt'".

Anche nei ricordi della nostra infanzia, la neve era un evento eccezionale. Parlo a quanti vivono a due passi dal mare sul litorale ionico. Ma quando dal cielo cominciavano a scendere quei candidi fiocchi era davvero una grande festa. Erano, ovviamente giornate di festa. Se ne cadeva tanta ci si poteva anche inventare qualche sgangherato pupazzo di neve, se era poca non si rinunciava alla guerra con le pallottole di neve. E poi il gelato dei poveri. Si raccoglieva la neve dai posti più puliti, e le mamme preparavano cioccolato o caffè per fare un gustoso sorbetto invernale.

Che meraviglia vedere il nero e il bianco che si mescolavano amorevolmente e quanto calore, nonostante il freddo del dessert, in quei gesti. Ci sono altre varianti per preparare la scirubetta, come quella più tradizionale fatta di neve e miele di fichi. Ma, noi la ricordiamo soprattutto con il caffè, il cioccolato o il succo di limone.

Da dove ha origine questa tradizione? Probabilmente l’abbiamo ereditata dagli arabi. Infatti, se si consulta un dizionario arabo si scopre che esiste il termine sciorbet che tradotto significa gelato. Ed ecco che la scirubetta, come per gli arabi che passarono dalle nostre parti secoli e secoli orsono, diventava il nostro gelato, il nostro sorbetto fatto in casa che senza l’ingrediente principale che ci forniva madre natura (la neve) non poteva essere fatto, almeno allora. Impreziosito da due ingredienti, neve anzitutto e miele di fichi, e nelle variazioni più recenti, caffè, cioccolato, zucchero, succo d'arancia e aromi vari, questo gelato era una manna che faceva dimenticare il freddo inverno che si trascorreva davanti al caminetto, sognando, un futuro migliore. E come ci sbagliavamo! Perché oggi che in quel futuro tanto agognato ci siamo, seduti davanti allo stesso caminetto, non facciamo altro che sognare una macchina del tempo che ci riporti a quel meraviglioso passato.

Scritto da Eleonora Gitto

Con tag #ricette e poesia

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